Cyberpunk 2077:Phantom Liberty - Intervista a Sabaku no Maiku

Abbiamo incontrato Michele Poggi, sul web Sabaku no Maiku per una video intervista a tema Cyberpunk 2077 e Phantom Liberty!

Il testo che segue è un estratto dell'intervista video che è intercorsa ad inizio Ottobre 2023 ed è stato editato per renderne il contenuto più leggibile e fruibile.


Ciao Michele, grazie di essere qui con noi per questa intervista!

Grazie a voi per avermi invitato!


Sei uno dei content creator più conosciuti in Italia, ma ti vorrei comunque chiedere una piccola introduzione per coloro che ancora non ti conoscono. 

Per me è sempre eccezionale avere queste introduzioni in cui si da per scontato quanto io sia conosciuto, non ci sono abituato. In brevissimo, io parlo di videogiochi ad un pubblico adulto, inteso come consumatore. Principalmente il mio obiettivo è condividere, divulgare, inquisire e studiare il videogioco, sia come mercato che come medium, senza mettere da parte il lato passionale, narrativo e bambino della gioia della condivisione.


Ti abbiamo invitato qui a parlare della tua esperienza con Cyberpunk 2077 e più nello specifico con la sua espansione Phantom Liberty, visto che… rullo di tamburi… nel doppiaggio italiano di Phantom Liberty, presti la tua voce ad uno dei personaggi!

Per iniziare, parlaci di quella che è stata la tua esperienza con Cyberpunk 2077.

Possiamo dire che la mia esperienza con Cyberpunk sia stata una montagna russa altalenante tra il glorioso ed il tragico. Ho sempre seguito CD PROJEKT RED senza mai approfondire le sue opere, le sto recuperando adesso fin da The Witcher 1, scoprendo tantissimo del percorso di sviluppo che li ha portati ad essere ad oggi uno studio AAA. Con Cyberpunk osservavo le operazioni di comunicazione, quello che stavano facendo a livello di costruzione dell’immagine di questo nuovo progetto che nasceva da qualcosa che io amo profondamente: ossia i giochi di ruolo cartacei, ed ero contento che stessero spingendo la strategia del "when it's ready", in barba ad un mercato che spinge sempre di più sul produrre e basta.

Ma l’azienda come sappiamo, si è incartata su se stessa, forse perché era cresciuta troppo in fretta e con azionisti alle spalle che facevano pressioni. Avevano tra le mani un videogioco che ha una struttura, uno scheletro ed un contenuto che definire buono è riduttivo, perché Cyberpunk 2077 ha l’anima di un ottimo videogioco. A molti, anche miei amici, è piaciuto infatti anche nella sua famigerata versione 1.0, perché le persone sono state capaci di prendere il buono e divertirsi. È innegabile però che avesse i suoi problemi. Praticamente era un videogioco con grave osteoporosi, mettiamola così.

E quindi la mia esperienza è stata una montagna russa, perché io ho vissuto un’esperienza che è stata piacevole e contemporaneamente traumatica. C’era un costante level design di un livello che definire sublime è dire poco, in un action RPG, vedere all'interno di uno sparatutto quel level design, dei dungeon, dei locali delle missioni su di una struttura che non funzionava è stata una delle cose più dolorose che abbia vissuto negli ultimi anni, perché la componente narrativa era troppo più superficiale rispetto a ciò che CD PROJEKT RED aveva presentato negli anni. Ovviamente la production value e l’ampiezza sono diverse, però si sente che hanno fatto uscire il gioco e qui, Phantom Liberty entra in gioco, due anni troppo presto.

Però che dire? Credo che l’allegoria delle montagne russe sia perfetta. Perché si saliva, ma poi si scendeva, si salive e poi si scendeva. C’erano dei potenziali che diventavano potenza, per esempio nell’estetica ed in alcune aree narrative con alcuni personaggi che arrivavano ad avere dei momenti incredibili e poi momenti in ti trovavi a vedere la missione interrotta per un bug, la missione che si andava ad incrociare con altre in maniera sbagliata, alcune cose che, diciamo, si corrompevano e dicevi: “porca miseria, ma come è possibile?".


Grazie per questa tua recensione molto onesta. Parliamo invece di qualcosa di più recente, ho visto infatti che sul tuo canale hai iniziato a portare Cyberpunk 2077: Phantom Liberty, come lo stai trovando?

Finora ho solo fatto il respec, non so nulla. Anzi voglio scoprire in diretta con i ragazzi, proprio in nome delle mie 180 ore originali, che cos’è la 2.0. Non so nemmeno dove sia la mia quest!


Quindi sarà una sorpresa sia per te che per la tua community scoprirti all'interno dell'espansione!

Eh sì, esatto.


Ma parliamo ora della tua esperienza, quale è stata la tua reazione quando hai scoperto di essere stato scelto per il doppiaggio in Italiano di Phantom Liberty?

La mia primissima reazione è stata un ossimoro, cioè ha avuto due opposti. È stato un: “ma guarda che figata è la mia vita oggi” e contemporaneamente il: “non accetterò mai, perché non sono un doppiatore". Ho avuto qualche esperienza di studio del mondo del cinema, ma questo non mi rende un doppiatore e l'ho fatto presente. Fortunatamente il direttore del doppiaggio mi ha spiegato che il ruolo per cui mi avevano scelto era molto piccolo e voluto per essere fatto calzare su di me.

Il direttore del doppiaggio mi ha proprio detto: "io lo so che non sei un doppiatore, non ti ho scelto a caso." Ed io, nel momento in cui un professionista mi rassicura, sapendo di voler fare le cose bene, che si possono fare bene comunque, mi sono fidato ed ho accettato di partecipare.



Parlaci di come è stato vestire i panni di un doppiatore. Era la prima volta che ti trovavi a lavorare in uno studio di registrazione?

Io ero nel paese dei balocchi. Adoro poter apprendere qualunque forma di professione diversa anche rubando con gli occhi ed entrare in uno studio di doppiaggio è stato incredibile. Sono rimasto stupito dalla mole di macchinari di cura presenti, non soltanto per poter registrare, ma anche per l'editing in tempo reale, per poter fare test di ritmo, di vocalità, di pitch, ed è una cosa che ho apprezzato moltissimo.

C’è stato uno scambio continuo tra me, il tecnico del suono ed il direttore del doppiaggio e si è creata una sinergia incredibile, quindi per me l’esperienza è stata a dir poco positiva, poi è entrato anche in gioco il sorriso e la gioia di ricevere di complimenti perché mi sono trovato fortunatamente molto bene.

Quindi nonostante io fossi preoccupato perché effettivamente il personaggio in se aveva delle interazioni inusuali per una persona senza esperienza, ho avuto modo di avere un istinto che mi ha portato ad avere una bellissima esperienza e c’è anche una componente molto buffa a riguardo. 


Io proprio questo ti volevo chiedere infatti! Ci sono stati aneddoti divertenti in fase di registrazione che ti andrebbe di raccontarci?

Il personaggio a cui ho prestato la voce viene introdotto all’interno della storia e della missione in questione colpito a morte, quindi con effettivi suoni gutturali di sofferenza e di tentativo di sopravvivere cercando di mantenere il senno; ed io, il giorno in cui sono andato in studio, avevo una tremenda tosse, proprio acuta, che mi perseguitava da settimane ed ero al picco della convalescenza. Possiamo dire che la gola distrutta ha aiutato moltissimo, perché ad un certo punto mi sono detto: “non mi farà bene ma agevolerò la tosse” e allora ho sfruttato questa cosa per poter essere quanto più realistico possibile. 


Come ti sei preparato per il ruolo? C’è qualcuno a cui ti sei ispirato per questo personaggio?

Io non sapevo quasi nulla del personaggio: avevo solo il concept, il suo percorso nella missione e le linee di dialogo scritte in inglese; con questi elementi avevo capito bene o male di cosa si trattasse.

Quello che ho fatto io, avendo avuto un minimo di esperienza di ciò che riguarda il mondo della recitazione, perché ricordiamoci che i doppiatori sono comunque attori, è stato cercare di immergermi nel ruolo, come se lo stessi effettivamente vivendo o stessi richiamando momenti che mi portassero a quel dolore e sono contento che abbia funzionato.

Il mio percorso mentale non è stato un: "devo provare a fare la voce di...", ma: "la situazione è questa, mi sta succedendo questo", ed è quindi uscita fuori quella voce. 


È un’esperienza che vorresti ripetere?

Quel giorno sono rimasti così contenti dalla resa che mi hanno fatto doppiare due righe di dialogo di Diablo IV, quindi si può dire che io abbia già ripetuto l'esperienza!

In futuro accetterò volentieri solo nel caso in cui si tratti di cose piccole e che quindi non vadano né a negare lavoro ad altri, né a darmi responsabilità creative e di competenza che io non possiedo. Il messaggio che voglio che passi è che non ci deve essere l'obiettivo puramente pubblicitario di avermi, ma l'idea che la mia voce sia adatta per quel progetto.


Grazie mille per il tuo tempo Michele, ci auguriamo che ci possano essere altre occasioni di collaborazione in futuro!

Grazie a voi, è stato un piacere!